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Vivere il tempo del coronavirus in gravidanza sa tanto di una grossa rogna che ti trascina tra la speranza e l’angoscia.

È provato che se una madre in dolce attesa contrae il virus non lo trasmette al feto poiché non attraversa la placenta. Una notizia positiva in un mare di incertezze e paure, sospetti e ricerche a ritroso nella mente per capire chi hai potuto incontrare, quale posto hai potuto visitare o toccare.

Prima del covid-19 dalle nostre parti si è diffusa la meningite, vicino al paesino che da due mesi avevamo lasciato per trasferirci a Bergamo. Mi domandavo se fosse opportuno prendere una misura preventiva come lo è l’acquisto della mascherina per frequentare luoghi a rischio come l’aeroporto.

Coronavirus gravidanza

Coronavirus in gravidanza: le prime misure preventive in Lombardia

Rientrato questo allarme, si è allargata a macchia d’olio la notizia dalla Cina e insieme a lei l’infezione del virus. Corea, Russia, Europa, primi casi in Italia. Nel frattempo sia io che Francesco avevamo due voli prenotati da tempo, a due settimane di distanza, per scendere in Calabria e stare qualche giorno nella prima metà di febbraio.

Coronavirus in gravidanza: la chiusura delle scuole fino al 9 marzo

Tutto mi dava l’idea che il virus, come la meningite, ci inseguisse senza raggiungerci, perché il giorno prima di tornare a Bergamo sono uscite le prime disposizioni sulla chiusura delle scuole per una settimana, e la scuola è il posto in cui lavora Francesco. Una settimana si può fare, fin qui lo abbiamo accettato anche con una certa gioia, come fosse una vacanza.

Io mi sono apprestata a spostare la visita che avevo il 9 marzo al Papa Giovanni e a prenotarne una in Calabria per vedere finalmente la mia piccola in ecografia dopo 40 giorni.

covid 19 gravidanza

Coronavirus in gravidanza: la chiusura delle scuole fino al 15 marzo

Obiettivamente, la mia unica preoccupazione era che avevo tutto l’occorrente per l’ospedale e i primi vestiti della bambina a casa a Bergamo. Ma poiché la scadenza del termine è il 9 maggio, ero convinta di poter ancora ritornare seguendo le giuste accortezze.

Così non è stato, la chiusura delle scuole si è prorogata al 15 marzo e non solo in Lombardia. Si parlava di “zona rossa”, dei casi di contagio in provincia di Bergamo e dell’ospedale in cui dovevo partorire come “un luogo nel mezzo dell’emergenza”. Speravo sempre meno di tornare in tempo per maggio.

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Partorire in ZONA ROSSA

Non che tenessi al luogo della nascita, ma la distanza tra casa e ospedale in macchina è di 9 minuti e contavo su questo per vivere serena il momento delle contrazioni. Inoltre hanno sospeso anche il corso pre- parto, una serie di incontri su cui avevo puntato tutto per non avere un travaglio da film horror.

Incassa, incassa tutto finché puoi, sdrammatizza e temporeggia, hai i tuoi cari e tanto supporto attorno, cosa che a Bergamo non hai, e poi c’é il mare! Inoltre il 2 marzo è nata Marta, la mia seconda nipotina, un fagottino che si è fatto attendere 10 giorni e che non smette mai di poppare.

La mia mente rimbalzava tra questi input per sopravvivere alle notizie inaspettate, che, a quel punto, dovevo ritenere mutabili nel giro di pochi giorni com’era accaduto fino a quel momento.

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Coronavirus in gravidanza: la chiusura delle scuole fino al 3 aprile

Nel frattempo ho beccato il raffreddore, aggravato dalle cure blande che ho fatto per non prendere medicine pericolose per la mia bimba. Puoi immaginare il mio umore di fronte a mal di testa, gola gonfia, nessuna possibilità di ritornare al Nord almeno fino a settembre e cattivo tempo fuori dalla finestra.

Stavamo progettando di arrivare quantomeno a Roma, dalla sorella di Francesco che ci avrebbe prestato cose molto utili alla piccola in arrivo e al mio ultimo periodo pre-maman. Anche perché noi eravamo scesi in Calabria con uno zaino a testa e due cambi, quindi nostra figlia non era l’unica a rimanere senza le sue cose.

TG dopo TG la TV ci dava la sensazione di dover anticipare quanto prima la partenza per Roma, ed è stato mentre guardavamo il calendario che l’edizione straordinaria ha annunciato il blocco della nazione intera, ritenuta tutta zona rossa almeno fino al 3 aprile. Colpo mortale. Nostra figlia sarebbe nata senza una casa, senza vestiti, senza carrozzina.

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Vittime del coronavirus senza contagio

Come vedi, la nostra esperienza diretta, insieme a molte altre, è la testimonianza che questo virus bastardo sta mietendo le sue vittime anche in maniera latente. Mette l’economia in ginocchio, blocca i progetti di lavoro e di vita. Decide lui dove dovrà nascere tua figlia, quante tutine sporcherà e quante invece ne lascerà intatte.

L’unica e semplice risposta che possiamo darci, di fronte ai fatti imprevedibili è che la vita non si può comandare, bisogna essere flessibili per non cadere nella disperazione. Probabilmente era già scritto, a questo punto, in caratteri cinesi, che la nostra piccola dovesse nascere al Sud e con lo stretto necessario.

Bambina,

Ti auguro di mantenerti così decisa come quando hai colto al volo l’occasione che ti abbiamo dato di formarti nella mia pancia. Di mantenerti attiva come stai facendo da quando ti ho sentita tirarmi botte dal terzo mese, di rimanere sana come stai facendo dalla prima visita. È iniziato il countdown per il tuo arrivo e ti prometto che per quel giorno ti farò trovare tutto.

La mamma 💌

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